Fino allo scorso anno il nostro amministratore ci ha convocati in assemblea mettendo un avviso sul portone e nelle cassette postali. La prossima assemblea è stata convocata con raccomandata creando non pochi disagi alla scrivente e ad altri condomini che per impegni di lavoro non possono essere presenti a casa per il ritiro della convocazione e recarsi a ritirare l’avviso all’ufficio postale.
L’amministratore riferisce che non può più effettuare la convocazione come nel passato. E’ corretto tale atteggiamento anche in considerazione degli elevati costi postali?
Il suo amministratore sta agendo correttamente. La nuova normativa in vigore, peraltro INDEROGABILE, prevede che le convocazioni delle assemblea vengano effettuate tramite: raccomandata AR, fax, posta elettronica certificata o avviso consegnato a mano.
L’avviso di convocazione deve essere notificato a tutti i condomini almeno 5 giorni primi dalla data di prima convocazione della riunione. Per evitare i costi postali potrà fornire quindi all’amministratore o un numero di fax o un indirizzo di posta elettronica certificata.
Oggi è molto semplice acquisire una mail certificata con costi molto contenuti, circa 15 euro all’anno. Detto strumento sarà sempre più utile in futuro per comunicare anche con la pubblica amministrazione ed altri soggetti in possesso di loro indirizzo certificato – cerca qui i servizi PEC.
Certamente si può anche prevedere l’avviso consegnato mano, ma nel caso di un numero elevato di condomini è difficile da gestire se non tramite un “volontario” che si assume la responsabilità di consegnare a tutti, nei termini previsti, l’avviso di convocazione producendo poi all’amministratore le prove di avvenuta consegna (modulo con firma e data di ricezione).
Ricordiamo la necessità di aggiornare i dati anagrafici forniti all’amministratore inclusi i recapiti fax o e-mail.
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